Cost per Click, ovvero CPC, è il termine che indica una metrica utilizzata nelle cosiddette campagne Pay per Click. CPC è il costo medio necessario che serve per ottenere un click sull’annuncio ed è un valore che dipende da una serie di fattori per cui non è uguale per tutti. In altre parole un click sul sito di Mario non avrà lo stesso costo di quello di Luigi perché le rispettive campagne hanno diversi punteggi di qualità e differenti ottimizzazioni ed estensioni tali per cui il CPC varia e, in base ad esso, anche l’efficacia della campagna.
Ti spieghiamo cos’è il CPC
Il CPC è la metrica utilizzata per valutare l’efficacia delle campagne di search advertising e display advertising ed è un valore che oltre a variare in base al tipo di sponsorizzazione può aumentare o diminuire rispetto all’andamento del mercato. Difatti si sente spesso parlare del fatto che il CPC continui ad aumentare e questo potrebbe essere spiegato dall’aumento di aziende che fanno pubblicità e dall’andamento generale del mercato.
A prescindere dal suo aumento può anche verificarsi l’esatto contrario, ovvero un CPC molto basso nei casi in cui la campagna avviata sia qualitativamente impeccabile, motivo per cui il click abbia un costo relativamente basso. In questo caso significa che stiamo svolgendo un ottimo lavoro perché la campagna converte bene e, quindi, il Quality Score ti premia grazie alla qualità di esperienza che offri agli utenti.
Un valore importantissimo per valutare i tuoi investimenti
Si tratta di un valore molto importante che, assieme ad altre metriche utilizzate nelle campagne, può essere stimato all’interno di una strategia meticolosa ed accurata. La necessità di calcolare ed ipotizzare il CPC risiede nel fatto per cui le campagne di questo genere richiedono l’investimento di un preciso budget finalizzato a produrre un ritorno in clienti e fatturato.
Per calcolare il CPC basta eseguire un rapido calcolo considerando il numero dei click ricevuti e il costo speso per l’intera campagna. Ovviamente questo calcolo viene mostrato automaticamente sui pannelli di monitoraggio delle campagne ma eseguirlo è importante anche per prendere dimestichezza con le campagne PPC.
Se abbiamo avviato una campagna X e abbiamo ottenuto tre click al costo di 0,40€, 0,50€ e 0,60€ avremo speso, in totale, 1,50€. Dividendo questo valore per il numero di click otterremo il CPC medio, ovvero 0,50€. L’obiettivo di una campagna di questo tipo è abbassare il CPC, ovvero ottimizzarlo aumentando il numero di click e, quindi, di conversioni.
Cos’è, invece, il CPM?
Tra le valutazioni di qualità di una campagna bisogna considerare un altro valore noto come CPM, ovvero Cost per Mille. Si tratta di una metrica che stima il costo di una campagna pubblicitaria ogni mille visualizzazioni della stessa e si ottiene moltiplicando per mille il rapporto fra costo della campagna e numero di contatti raggiunti.
Il CPM è utilizzato nell’ambito delle campagne display, ovvero quelle che utilizzano annunci impostati per pagare ogni volta che un annuncio viene visualizzato. Si tratta di un tipo di campagna detta Pay-Per-View che mira all’awareness a differenza di quelle Pay-Per-Performance basate, invece, sul CPC.
Quando si avvia l’asta degli annunci l’inserzionista sceglierà la formula per la quale sono previsti vantaggi ed entrate maggiori perché, com’è ovvio, l’obiettivo è quello di spendere meno massimizzando i profitti derivanti dalla campagna.