Banche e intermediazione immobiliare

Attualmente in Parlamento si sta discutendo sull’emendamento che vieta alle banche di esercitare l’attività di intermediazione immobiliare, dichiarato inammissibile.
Le associazioni di categoria, tuttavia, portano avanti una battaglia che continua da tempo e riguarda il ridimensionamento dei poteri forti ed il loro conseguente condizionamento del mercato.
Le principali associazioni (Fimaa, Fiaip e Anama) stanno portando avanti delle vere e proprie ‘’battaglie’’ alla conquista di condizioni di lavoro migliori per gli agenti immobiliari, la riduzione dell’imposizione fiscale sul settore e una maggiore attenzione e tutela di questa figura professionale, spesso sottovalutata nel nostro paese.

Perché escludere le banche è importante?

Alcuni istituti di credito, da un po’ di tempo a questa parte, operano con società proprie nel settore dell’intermediazione immobiliare, finendo però per creare un ambito di concorrenza sleale e di scarsa tutela nei confronti dei consumatori, secondo la Consulta degli agenti immobiliari Fimaa, Fiaip e Anama l’esercizio dell’attività immobiliare svolta dagli istituti di credito non fa che danneggiare i fruitori finali del servizio perché, a differenza di altri mediatori come Homeplace, un’agenzia immobiliare a Roma est, le banche, avvantaggiate dalla propria posizione di dominio e dal fatto che conoscono le abitudini e le condizioni economiche e patrimoniali dei consumatori, riescono a contrastare l’operato delle agenzie.
La consulta desidera dunque sostenere tutte quelle iniziative che tendono a ridimensionare tale dominio, senza attaccare o screditare in sistema bancario (fondamentale per la crescita stessa del Paese), ma chiede che le regole vengano rispettate per quegli istituti di credito che anziché finanziare le piccole imprese o i professionisti, sostengono i più forti.

Ecco le proposte della Consulta

Per prima cosa, dunque, bisogna riflettere sul fatto che il mercato immobiliare è stato vittima della crisi finanziaria mondiale e che di conseguenza vanno stabilite regole che evitino quanto è già successo a chi, investendo i propri risparmi in prodotti finanziari proposti dalle banche, si è ritrovato senza nulla in mano.
La Consulta, dunque, chiede una maggiore attenzione verso il comparto che negli ultimi anni ha visto aumentare notevolmente le imposizioni fiscali sugli immobili penalizzando la ripresa economica di un settore che contribuisce, però, notevolmente al PIL del Paese.
In tema di formazioni si chiede di uniformare le norme regionali circa la durata e i contenuti dei corsi per l’accesso alla professione di agente immobiliare perché la disparità del monte ore di corso obbligatorio non avvantaggia nessuno, né il consumatore né tanto meno l’intera categoria che finisce per avere maggiori riscontri solo in alcune aree del paese.